Oh, che v'ha giù nel bujo?
Che son quei lumi pallidi di morte,
tra i bianchi lini della sepoltura?
E là in fondo, lontano, a che paurae rimorsi e perché, oltre alle porte
ferree del Mistero?
Amico, il pensieroS'arresta e freme.
Oh, fredda e triste mudaal possente volare,
oh, catene a Prometeo; oh, singolareincanto che fa muta Galatea
a pena viva in prestigio d'amore;
oh, Pigmalione pazzo e sanguinoso,
svenato in sui gradiniai freddi piedi di quel marmo; Idea!
E vi sono giardini,
amico nostro,
che ti sembran fioriti;
vi crescon gelsomini,
paiono freschi e graditi,
proni alle mani che li voglian cogliere;
ma il tamala ed il lotosmunti han perduto la loro malia;
e se tu vai, Amico, e non osservial volgersi del tempo,
e giungi in fondo alla fresca fontana,
dove il viale termina,
getta un'occhiata in dietro ...
e il giardino è sparito.
Non importa! lo spasimo e l'ingannoraffinan noi dall'animalità:
sorridiam dolorosi e perché fannol'altri pel ventre, ci interroghiam muti.
Non importa! Li ajuti,
che non scendon dal ciel, troviamo in noi,
l'Egoismo volgendo in Carità,
e, all'impetrato Uomo che verrà,
vogliam foggiare una culla di fiori,
vogliam dare sorrisi;
vogliam porger fanciulle miti in coribianchi, vermigli e verdi
a cantar la rinata ingenuità.
Qui sopra i laureti e sulle palmetramonti d'oro, se incensa la terra
il cordiale aròmata;
qui i riposi e le veglie nelle calmenotti amorose che non portan guerra
tra i ricreduti spiriti!
Perciò sognare ancora, Amico, e sempre;
poi che il Sogno è la Vita
per le fatali tempre,
volti li occhi all'oriente, assicurati
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