l'altro jeri i marosi infuriati han violato li scogli marmifici:
v'han sradicato delle lucenti preziosità;
alghe e conchiglie, coralli e perle.
A piangerle, a vederle,
così lucide e tonde lagrime d'Anphitrite,
abbiam passato il giorno.
Un fremito: il vento.
Inquietudini. Ecco il ritorno. Fraternamente una vana promessa.
E l'alba ci sorprese nell'incanto fatale e naturale.
Il Passante
Chiudete la finestra, amica,
se in questo giorno la luce non dà
al paesaggio insospettate verginità
d'un ombra nuova, d'un nuovo scintillìo.
L'imagine si chiude sui motivi già risaputi senza colore.
Suscitare, per sempre, in ogni istantele mirifiche piante dell'allegoria:
esser la poesia volontaria e valente della vita.
Conoscere l'oblio per sperare:
lasciare la speranza quando combatte colla realtà.
Farsi piccini ed umili; o gonfiare in superbia,
Prometeo e Francesco, mite Francesco d'Assisi.
E sentirsi ammalato, amar la malattia,
pregare di morire per rinascere,
per creder nuova la luce del sole.
Ritrovare così ad ogni aurora una convalescenza;
avere la pazienza d'attendere il risveglio della soavità,
delle forze di vita trionfanti sopra il morire dell'imaginare.
Voi lo sapete: queste curiose sensibilità
dan le morali convalescenze al cuore.
Ripensare, la testa sui cuscinied avere una spalla fresca e dolce sotto la palma.
Appoggiarvisi. La calma di un sorriso di sotto alle pupille dell'amica;
e credere al sorriso.
Emozione del corpo molle e bianco,
sincerarsi così, essere una lattea bevanda ed essere assorbito,
odore di bevanda campagnola dopo l'essenze distillate e acute,
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Anphitrite Passante Francesco Francesco Assisi
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