ad abitarle, dove tutte le ciarle rugiadose dei saltimbanchi civili e profumatihan vergogna dei prati verginali. Ed era con qualcuna: e mi sono
ricreduto sulla sua compagnia, e ho dovuto pensare che la solitudinedoveva rimanere l'unica poesia, per me, pel mio pensiero. Poi...
La Ninina
Da un paese lontano, da una villa regale,
dai laghi voluttuosi e sempre calmi,
dove passan per giuoco ratti e lucidi i ricchi paliscalmi,
le vele imporporate; dove i cigni, i pavoni...
Il Passante
Sì ...dove i cigni e pavoni dell'imaginazionetrovan l'esistenza dell'irreale nella realtà.
Ma attendi: ho forse fatto male, accettare e servire per lunghi giorniancora una vana passione.
Per andare via e per coglierei fiori della carne e i frutti d'oro vivo,
per riportarli in patria onde i cipressi tenerinon già fatti giganti si inghirlandino sopra alla malinconia
delle gioje ricolte per le valli;
per non aver rimorsi ed uscir liberosenza pianti di donna e maledizioni,
ho aspettato il destino: o vecchio o troppo vecchio destino comele muse della fontana al parco; ho aspettato il destino che mi riconsegnasse
la chiave arruginita e ospitaliera della vecchia dimora.
Va,
disse, "non v'è qui più nessuno" .E partii.
Colla speranza, all'aurora sempiterna, ecco il cammino:
ohimé: nelle valli cade la neve. E la mia fede s'arresta qui.
La Ninina
Non comprendo. Nevica. La catedrale è tutta di pelliccia e non patiscefreddo: non sono così coperta come lei. Vieni. Volete?
Mi troverete più cara di quanto non credete. Filosofo: lo dici, e bene,
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Ninina Passante Ninina
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