Il Passante
Sai le molte manine irrigidite dei bambini che passan nella neve,
e non ritrovan focolare acceso, alla sera, al ritorno?
Sai i piedini nudi delle bimbe nelle pozze di fango della via,
mentre la nostalgia del sole immenso sta ancora alle pupille?
E che non hanno casa, e madre, e nulla?
E che saran domani i pitocchi incresciosi e furiosidelle rosse rivolte ad un perché che non sapranno mai,
e moriran per te, per noi di un piombo fratricida nei trivi cittadinimentre che i giojellieri applaudiranno e ti daranno fiori e monili?
La Ninina
La rivolta? a salire!
Perché rammenti un dì del mio passato,
coll'abito stracciato e i capelli arruffati, le mani sporche, e i piedi senza scarpe?
Per il pezzente una preghiera fervida, or io l'ho pur scordata.
No: le tue mani fini e aristocratichenon svolgan sanguinose le pragmatiche d'un sacrificio e d'un dovere.
Lascia per il piacere d'un istante la coscienza vacante dentro all'aule calde,
e sdrajati, e riposa. Oh le tue mani, le tue mani livide! Vieni.
Il Passante
Per la lagrima bella nelle cilia, spiovente perla alla cipria del volto, sì.
La Ninina
Io non comprendo. Ho l'occhi asciutti: non ho pianto, mai...
Il Passante
Pel singulto che trema nella voce, per la fatica atroce e dilaniantedi sembrarmi giuliva, sì.
La Ninina
Ma tu divaghi, sai: io non sono commossa. Ah ah!
Il Passante
Ridi, sì ridi. Non vogliamo conoscerci. Eccomi.
Dove sono le rose sfacciate, le tue rose di Lesbo condannatea morire alla brezza se le esponi?
Dove sono li acanti ampii e frondosi
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