Perdonami s'io entro nelli affari dell'alcova:
ma s'ella è bruna e ripete la nascitada una prosapia corazzata e irsuta, tra la cocolla d'un frate e lo schidione
d'un barone, lo sprone di un paggio...
Il Passante
Dell'araldica, cara? Or sono l'Artiglieri della Venaria che te l'hannoimparata?
La Ninina
Forse, filosofo.
...la tua castellana nata dalla malignità d'una contessapartecipando uno staffier di gala,
ha l'occhi neri e i lampi d'oro alle fonde pupille,
ed un imperio nobiliare, duro;
la passione assoluta e inespressiva, e le fosche scintille della gelosia.
No: per l'ozii campestri un corpo biondo esperto...
Il Passante
Un consiglio e una morale. Piacevole bambina,
tutto questo è banale, chi sa, forse meno banale della mia favola.
Ma ti sbagli. Recita ai tuoi borghesi il madrigale. Né maritostancato, né marito cornuto, né un'amante tradito; vedrai,
un perverso geniale ed ideale. Permetti una mia favola sincera?
La Ninina
Per rubarmi sul tempo dell'amore, indifferentemente?
Il Passante
Anzi per sapere dar pregio, al nostro ... al tuo amore.
Io dissi: "Signora, ecco l'autunno.
Nella morbidità piange quest'orasotto la pioggia e il parco moribondo
non ricopre ora mai le nudità di Pomona e Vertumna.
Abbiam l'anima calma e pure accesa,
calma di noi, accesa ...
Non abbassate li occhi.
Al mio premere dolce sui ginocchi vostri non vibra più la carnevostra, Signora, ed il mio sguardo non ha più virtù. Signora
non vi pare che sia passato il tempo dell'amare?
Noi ci siamo stancati".
Ed ella non rispose, sbadigliò.
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