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      per le rive del mare ingiojellate di conchiglie e di spume,
      per le bianche giunchiglie; per le acute vainiglie violacee,
      ma per ogni luogo, Signora, non passeremo più.
      Vi rammentate le giovani donne che svolgevan gomitoli al lavoroper le sere indecise ad aspettare chi non vedranno mai?
      Ci metteremo a siedere aspettando, vicino a quelle donne".
     
      La Ninina
     
      Qualcuno passerà, qualcuna passerà,
      torneremo a rifar la stessa via ...Non è così?
     
      Il Passante
     
      La stessa via, perché? Che ne sai tu?
      Forse il blasone ha mutato divisa e colore. Che sai?
     
      La Ninina
     
      Nulla
     
      Il Passante
     
      E terminai: "Ecco l'autunno, nella morbidità grigia dell'ali fermegracchiano i corvi: non chinate la testa, non abbassate li occhi.
      Non è vero, Signora; ci siamo amati assai.
      Abbiam l'anima calma e pure accesa,
      calma di noi, accesa ... Oh quante cose esistono nel mondo che noinon conosciamo!".
      Ella non mi rispose e sbadigliò.
     
      La Ninina
     
      Perché le hai detto tutte queste cose?
      Tu dovevi sfogliare delle rose davanti alla tua dama,
      non guardar, non parlare, e passare.
      Stagno che si opalizzi delli umori vegetali su dal fondo,
      e tra i canneti e l'alighe, trascina la sua pigrizia al fango della riva,
      stagno lontano dall'acqua sorgiva, dalla vita anelante alla sua foce,
      stagno che fumi per grigie spirali la malaria alla serae attossica le eroiche e temerarie irruenze correre in sulla sera,
      e l'innocenza dell'ali (oh corpi dentro al livido groviglio,
      delle capigliature vegetali, oh corpi morti tra le biscie in gioja).
      Stagno rimorso cronico, rimorso per aver disprezzata la vita:


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





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