libera forza volente e valente.
Son l'implacabile Iddia implacatasquassando il mio vessillo alto e morale,
poi che sono l'eterna morale del desiderio ardente,
e l'amore che uccide.
Sto. Palpitanti sul fiore del sesso, erigo i seni ribelli e la testa:
e nella festa che non ha rivali,
ali di nottola,
ali di cigno,
rantolo e vagito,
e la culla e la bara,
ogni cosa, e te stesso e me stessa, si prepara a scomparire, a rinascerea profondersi; e per l'oscura mia infecondità,
lo stesso amore nella acerbità
d'una gioja che spira nell'angoscia,
sospira tra le coscie ed ha l'orrorepanico del suo ufficio universale.
Eccomi e sto.
Il Passante
Oh, no, oh no ti prego!
La Ninina
Era ciò che volevi, era lo spasimo:
tu non comprendi più, tu l'orgoglioso.
Tu sei l'esterefatto in questa vita, in questa ebrietà:
lo spirito imperioso che ti sostenne è morto:
hai il rauco grido, le mani tremano, le pupilles'annegano viola,
ecco, han la vertigine dell'infinito!...
Il Passante
Lubrica, lubrica!...
(Queste mani hanno colto alla selva i fiori dell'infanzia dell'amore,
queste labra hanno baciato i petali delle corolle verginiquesta bocca ha proferito nude scure parole;
io fui colla bellezza bruna e casta lungo i viali quieti e ugualidella ragione, io volli, io voglio ancora,... no, no...)
Ma ti prego!...
La Ninina
Bionda, sì bionda ...
Un altro sapore, bevi: una dominazione feminile,
enorme, immonda se tu vuoi, ma enorme.
Guardami l'occhi, ma guardami li occhi!...
Il Passante
Come un'esaltazione; perdere se stesso:
come in un altro corpo trasportare se stesso e non trovarsi,
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