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      le mani, tutte e due; or non vi trattenete. Dovete far così.
      E so quanto sofrite. Li orti suburbani vi tediano, le vie cittadine vi irritano,
      siete uscita alla aperta campagna, non per la via maestra
      per le strade inquiete in mezzo ai campi, per sentir più vicina l'erba,
      li alberi e l'aria azzurra libera: ma sapevate d'essere raggiunta;
      non mandatemi via, non lo potreste più, è troppo tardi,
      non lo avreste potuto né meno prima; è così.
     
      La Passante
     
      Lo so: temo di confessarvelo, ma lo sapeva.
     
      Il Passante
     
      E bene, vedete? Diamoci la mano, seguitiamo il cammino.
      Siamo partiti all'alba, dietro un capriccio a un desiderio, a un sogno,
      ciascuno da una parte lontana e opposta;
      avevamo nel cuore un fiore di rimpianto, un fior d'aspettazione,
      e la nostra orazione del viatico fu un trepidante e vago incantesimoverso colui che ci poteva raggiungere. Eravamo partiti, succinti, senza some;
      avevamo lasciato tutte le grevi cose nell'aule familiari;
      avevamo aspettato i lenti e cari indugi delle mattinate primaverili,
      per svestirci di tutti i mantelli gravi e funerei dell'inverno ...
     
      La Passante
     
      Non di tutti: sapete? Questo mantello di velluto neromi fascia in un severo paludamento seguendo il prevenire
      per un lungo sofrire.
     
      Il Passante
     
      Ma non avete preveduto in tutto.
      Amerete in un tempo aver perduto il velluto oscuro,
      ed andar nuda sotto la pioggia e il vento. -
      Non importa, per ora. - Era la gioja forte ed entusiastadell'aurora d'aprile: marzo da prima avea irritato i cuori,
      Marzo più turbolento e insultatore: tra la neve le raffiche e li affanni


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Le Antitesi e Le Perversità
di Gian Luigi Lucini
pagine 207

   





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