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      delli scrigni sdentati; riabbassa le cerniere.
     
      Le mani bianche che ho in vano baciate,
      e le altre che pur rifiutai;
      e li aspri anelli della candida mano,
      che talvolta le labra mi han piagate;
      e li occhi luminosi e cupi, e calmi,
      e tristi, e verginali, e ingannatori;
      tutti i volti che furono, nel sogno e nella vita:
      queste mani, li anelli ed i volti,
      tutto il mondo in un corpo e tutto il desiderionon saziato giā mai;
      ora, s'ammassano, grevi fasciami,
      e pure imponderabili;
      densa malinconia che mi pesacol morto peso delle cose incompiute,
      delle parole mute,
      delli atti trattenuti in sospeso,
      del rimorso che accampa le preteseprima d'aver peccato,
      delle cose di nebbia e di fiato.
      - Vagano dissolute giovanetteabbandonate all'aurora d'amore,
      intatte, esacerbate di rimanere racchiuse;
      fiori turbanti che non ho staccati,
      boccioli tentatori che non ho adorati,
      che rifiutai di portare davanti,
      come un ricordo, tra l'abito e il cuore.
     
      E tutte e tutte le nebbie ottobrine,
      grigie, sui monti, a fiocchi, sulle spine,
      veli a dilacerarsi sui rosaidelle rose che lasciano le foglie;
      e tutto l'umidore della gleba,
      che fuma l'anima bigia delle spoglie invernali;
      e il vagellar turbato,
      festuca alla corrente che la travolge e assidera,
      prima libratasi al vento,
      minuscolo aeroplano di brevi speranze;
      questo insorgere vago ed incommensurato,
      questo voler disgregarsi verso l'infinitā.
     
      E tutta la stanchezza,
      per quelle mani bianche che ho invano baciato,
      e per quell'altre che pur rifiutai,
      per le carezze rese ed accolte,
      per l'altre imaginate;


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Le Antitesi e Le Perversitā
di Gian Luigi Lucini
pagine 207