delli scrigni sdentati; riabbassa le cerniere.
Le mani bianche che ho in vano baciate,
e le altre che pur rifiutai;
e li aspri anelli della candida mano,
che talvolta le labra mi han piagate;
e li occhi luminosi e cupi, e calmi,
e tristi, e verginali, e ingannatori;
tutti i volti che furono, nel sogno e nella vita:
queste mani, li anelli ed i volti,
tutto il mondo in un corpo e tutto il desiderionon saziato giā mai;
ora, s'ammassano, grevi fasciami,
e pure imponderabili;
densa malinconia che mi pesacol morto peso delle cose incompiute,
delle parole mute,
delli atti trattenuti in sospeso,
del rimorso che accampa le preteseprima d'aver peccato,
delle cose di nebbia e di fiato.
- Vagano dissolute giovanetteabbandonate all'aurora d'amore,
intatte, esacerbate di rimanere racchiuse;
fiori turbanti che non ho staccati,
boccioli tentatori che non ho adorati,
che rifiutai di portare davanti,
come un ricordo, tra l'abito e il cuore.
E tutte e tutte le nebbie ottobrine,
grigie, sui monti, a fiocchi, sulle spine,
veli a dilacerarsi sui rosaidelle rose che lasciano le foglie;
e tutto l'umidore della gleba,
che fuma l'anima bigia delle spoglie invernali;
e il vagellar turbato,
festuca alla corrente che la travolge e assidera,
prima libratasi al vento,
minuscolo aeroplano di brevi speranze;
questo insorgere vago ed incommensurato,
questo voler disgregarsi verso l'infinitā.
E tutta la stanchezza,
per quelle mani bianche che ho invano baciato,
e per quell'altre che pur rifiutai,
per le carezze rese ed accolte,
per l'altre imaginate;
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