della tortura e della guarigioneio nel laboratorio
vedo una strana operazione;
e all'amata distesa sopra il marmo freddo rigida e pallidaaprono il seno e quel seno, dà fior commisti a sangue
da cui sorge profumo. Ma più forte è l'odor del cloroformio.
L'amata canta. lo non l'odo a cantare. E più lontanosi rabbercian cervelli. -
Il Verbo non ha logica - Anima, alcune monacheveggon passar galee in sui canali, questi canali che non danno al mar:
ma sulle praterie. Falcian colle cicute l'asfodelisu queste praterie prive di cieli,
anima, i Mori, quattro Mori. Le sette Principesse
del Castello Incantato e addormentatonel bosco dei cipressi aquilonari
morir di fame e d'ideale che germoglia cicutedentro all'anima mia, anima! Nell'ospedale
si raggiustano cranii e vagiscon neonati sulle scaledelle prigioni che inserran le madri.
Ma il verde è rosso e passan sopra un cielo di sciamitoquattro grigie cicogne e alcuni corvi,
io non so se quei corvi siano veri, che l'alberi non sono a fatto verdi.
Io temo i pazzi di questi ospedali:
io vedo tutti i pazzi alla finestra.
Una balestrafischia nell'aria e giunge alla sua meta. Un cigno cade.
Se fosse un cavaliere? Il mio Sosia fu ucciso,
il Menegmo ha spezzato il cuor di un dardo.
Un leopardo gli sta dipinto sopra la corazza.
Pure il dardo passò carne ed acciajo.
Gli faremo l'esequie dei ceri e delle salmodiesopra le praterie di fresco falciate che non daranno fiori.
L'alberi che sorgeran domani, (prevedo) saran limpidi assai.
Anima mia e lo strazio di tutte queste cose, anima mia
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