Se tutto ciò chiamasi suscitar l'emozione di pensiero vi domando che cosa ci farà provare per esempio, L'Elogio alla pazzia di Erasmo.
Ma il peggio si è quando s'abbranca a Zarathustra. La carne bruciata di lussuria di Terra Vergine venne a plasmare il sadico morale Giorgio Aurispa; il disprezzo per il pubblico si ridusse al solitario vizio delle figurazioni, delle pratiche sconclusionate, della ubriacatura di bizzarra facilità. Il delirio declamò esasperate nomenclature: lo scopo apparve: poetar l'esistenza: vivere significò pure uscir dalla legge naturale, compiacersi di un delitto che soddisfaceva l'avidità della fama, essere, ad esempio, Corrado Brando.
Costui trovò in Italia gente di sua taglia che lo approvò: si valevano. Lo pseudonimo di Rastignac influì sulla penna di Vincenzo Morello, ed il suo patriottismo divenne facinoroso e brigantesco. Anche quello del suo gran poeta D'Annunzio. Per allora, egli si compiacque di aggiungere il suo grido al coro delle vere birbe internazionali, dei veri cialtroni nostrani, che, col pretesto di compitare a stento il nome del filosofo tedesco, credevano di metterne in pratica le ragioni. Nietzsche non può coprire colla sua autorità, l'impulsivo che uccide un vecchio usurajo per derubarlo di quanto gli manca onde recarsi a meravigliose avventure coloniali - Brando -; e Paul Adam ha ben compreso che non poteva innocentare il suo Chambalot di Mouettes, commesso viaggiatore di prodotti chimici e iperuomo da boulevard. E pure, questi due fratelli uterini, che sono il nero ed il bianco dell'ipotesi nietzsciana, ebbero i medesimi fischi dalla platea romana e parigina: non errò Roma, ma si coperse di ridicolo Parigi: l'Italiano meglio comprese l'atroce parodia che la tragedia, oggi, sopporta e dura: il Francese, più guasto, diede dell'imbecille a Chambalot che si lasciò vincere.
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