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      - Lo spirito letterario d'annunziano, crea invece differenze e sospetti, aumenta ed inciprignisce soluzioni sanguinose di continuità.
      Se non che il critico-filosofo si mette fuor di tempo e di luogo a sermoneggiare l'artista e l'epoca ed a predire il ridicolo di cui li vestirà la storia: oggi ha torto; ciò non significa scusar tempi ed uomini. Egli può aver riconosciuto come Boerne che "il motivo, per cui vediamo la stoltezza e la volgarità accappararsi i posti migliori, consiste nel fatto che quelle seguono la via che tosto guida alla meta, senza curarsi se sia sudicia e lubrica". Ma davanti al successo immeritato che avvelena l'atmosfera della contemporaneità, come un farmaco mortale lambiccato ad inganno dalle gazzette e raccolto nelle fiale officinali governative, quel critico-filosofo può reagire e proporvi ancora con Boerne e tutti quanti si sentono onesti "che non vi ha altro antidoto che l'orgoglio: Siate orgogliosi; pensate sempre di essere alle prese con persone da voi spregiate, perché di poi sia a loro tolta la facoltà di screditarvi: ma statevene alla lontana. E siccome per farsi credere forte convien farsi udire a ruggire, e, voi ruggite, come leoni e brontolate e non da burla venite alle prese, e graffiate, e mordete se vi si avvicinano. Se vi mostrerete affettuosi; se direte di comprenderli, di scusarli, se li ajuterete a difendersi, siete perduti: incomincerete a dubitare di voi; per amor del prossimo, concederete benignamente menzogne; ed il malizioso disonesto vi divorerà".


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D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





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