Perciò eleggesti: 'Per non dormire!' - Dell'opera tua non ci hai mai scoperto la fonte cordiale; ma cercato di imparare a tutti un tuo metodo; tutti i fogli ed i fogliacci italiani sono scritti alla d'annunzio; sì che ti sopragiunse presto la parodia col grottesco. - Ma tu dici di godere di una pace imperturbata: sia: non è pregevole come quella che si guadagna dopo la sincera fatica, dopo il dolore: tu non hai mai soferto: ma tu vorresti far credere, e con te li altri Seid, di essere un quid novi, come un Byron redivivo, l'Euforione del Carducci, ipostasi di quello del Goethe, rappreso in anima e in corpo in sull'alba della quarta Italia. Disingannati: stai ancora nel crepuscolo notturno del Rinascimento, senza averne le divine intuizioni filosofiche: Byron, di spirito irrequieto, agitatore, folgorante, ha combattuto, distrutto, rifabricato contro il vecchio universo per il suo mondo; vinse, e, nel vincere, impresse il proprio suggello nella perennità: i vinti si improntarono di lui e rivissero. Tu, vittorioso in apparenza in sui Diarii, demiurgo di chiacchiera giornalistica e vuota, vivrai perché alcun altro, che oggi ha torto, si è chinato sopra di te e si è degnato, per scrupolo di sincerità e per abbondanza di coraggio, qui, nominarti".
Breglia, Settembre 1912
AppendiciRepetita iuvant.
Meminisse iuvabit.
D'Annunzio
commemora Carducci
(1907)
Sempre magnifico il Divo! ...
Ah! se, invece di farlo atterrare, ci si fosse impiccato ad uno dei suoi rami! Oh! quanto quel pino sarebbe stato a cento doppi più utile alla umanità!
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