Pur troppo, oggi, bizantinamente il bluff nord-americano ha trovato qui elementi di vita e fomento di successi. La meridionalità della troppo prolissa loquela se ne avvantaggia; ma è doveroso che il buon senso, l'eleganza nativa, la nostra sincerità si ribellino e facciano riudire, in questo vento di vuota sonorità, in questo delirio di deficienti e d'invertiti, in questa fregola pazzesca di isterismo solleticato, la loro parola che convince, attesta e proclama, sopra la vigliaccheria di coloro che tengono il mercato, l'antico coraggio e la dignitosa franchezza.
Ed a voi, tra i primi ad accusare il pericolo ed il danno, applaudo ed ho nuovo piacere di riconfermare quanto mi siete caro, e come l'opera vostra, in tempi che dissolvono, sia preziosa per nostra repubblicana italianità.
Abbiatevi, con affetto, una stretta di mano del sempre vostroG.P. Lucini.
Breglia il 19 di maggio 1908".
Oggi, ribatto in riconferma perché mi sembra utilissima cosa ripubblicare l'espressione mia che pochi già lessero anche nel Verso Libero36, libro or mai esaurito, ma che pur mi sembra di attiva attualità; tanto più che è proprio verso il D'Annunzio che la gioventù così detta studiosa si rivolge ed è lui che acclama a suo proprio maestro, dopo Pascoli, in Bologna. È lui il superstite indice di un momento storico che fu; momento di scarsa coscienza, di debole ragionamento, di spensierata e gaja impertinenza dedita al piacere del basso ventre; è lui, che incarna la negazione dello spirito del sacrificio, della idealità, che reclamano per istitutore di italiana sapienza e di umana dignità. In fatti, egli rappresenta37 questi giovani che son forse dei nazionalisti e che si lasciano guidare in pubbliche concioni da inquieti professori secondarii, a cui non bastano le opere per farsi luce ma hanno bisogno dello schiamazzo e della cronaca per farsi notare.
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Verso Libero D'Annunzio Pascoli Bologna
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