Egli sa e dice come ne sia composto; - ci mostra i pezzettini del mosaico variamente colorati; sorprende il proprio eroe nel suo paese natale, mentre conciona la sua omelia alessandrina del confine-meeting sfarzoso uccellatore di voti; - l'imposta davanti ai fischi delle platee, contro il suo Brando piccolo e vile assassino; - lo fa ancheggiare sulla bigoncia, se recita La Canzone di Garibaldi, esca ai sovversivi perché lo accettino; - lo segue a rivendicare la morte di Greyhound56, levriere ladro di galline, in pubblica pagliacciata giudiziaria; - lo mette in guardia nel suo primo duello57; - lo dettaglia alla prima rappresentazione di La Nave58.
Marinetti gli gira in torno, lo loda, lo applaude, gli scocca contro un lazzo, lo fa sorridere; due, tre, lo annoia, lo irrita, lo confonde. Il giocattolo, che per interne molle cantava così bene, tace; la macchinetta è scomposta; tanto di filo di ferro, tanto di elastico, tanto di cartone, tanto di pelle, tanto di cera; poi la chiavetta che gira tre volte nella toppa e ricarica il meccanismo delle ruote dentate; quattro ruotine, che si prendono bene sul tamburo; il perno è di bronzo, perché su di lui il maggior sforzo. Ecco il fantoccio: ricomponetelo. E, mentre lo svita, lo apre, ne fa la nomenclatura ridicola e sottile, non cessa di ammirare la perfezione colla quale vennero preparati i dettagli, le parti, i minuti ingredienti: "Come bello! Ottimamente! A meraviglia! Bambino prediletto dalla Gloria e dal Genio!". - Un'altra volta lo snob resta imbarazzato, se debba credere sul serio alla lode, o più tosto, alla insinuazione che sguscia tra le linee e qualche volta trabocca dal periodo: Marinetti lo intrica, lo coglie in fallo, lo rende perplesso.
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