.. diamantifera del Lemoin che io rilevai nell'Italia del Popolo con la mia solita allegria.
Ora, nel numero 13 agosto 1908 della Ragione, ne fa un'altra col suo razzesco articolo Puff e Bluff; dice: 'Il Pescarese (leggasi Gabriele d'Annunzio) ha accettato che parlassero di lui i Presepi d'Annunziani mandatigli incontro da Garibaldo Bucco, con manifesto dileggio'.
Accettato? Ma io non offersi nulla! Dileggio? Ah, questo poi no!
Il caro Lucini, per tirare talvolta uomini e cose a la sua tesi, diventa... una camera oscura: capovolge, e via con l'arte sua. Stiamogli attenti: un giorno potrebb'esser capace di scrivere il Luff e Tuff di se stesso.
Pubblichi, illustre Direttore; grazie; ossequiGaribaldo Bucco".
II. Il "Puff e Bluff" fa scuolaNon lo credeva; da che fu troppo generosamente impepato di errori tipografici e decorato da una trasposizione di periodi, tanto da sconciarne tutta una parte; ma Puff e Bluff fu preso in importanza, vedo, e ne ho piacere.
È la seconda volta che Garibaldo Bucco mi si mette davanti, o paravento, o parafuoco, non so, per sé stesso, o per altri e s'intromette s'io parlo di D'Annunzio, e, per incidenza, de' suoi Presepi d'Annunziani. - Quando sopra una quinta colonna dell'Italia del Popolo del 25 giugno 1903, presentai un Gabriele D'Annunzio che s'affacciava alle Laudi, ed ebbi a dire:
già di lui, un compatriota entusiasta e parente, Garibaldo Bucco, racconta l'infanzia progidiosa e principesca (il mirifico non si chiama forse nel Laus Vitae porfirogenito?
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