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      Ma tu vorresti che non lo si ricordasse più? Sopprimere il vero psicologico? Il fatto? E che; ti sbagli: sarò un de minimis, ma colui non fu mai de maximis. L'opportunità mi invita a raccogliere queste ed altre simili briciole, resto del festino da Eliogabalo amaro e senza pro' ch'egli ci ha lasciato indietro, come contributo ad un Corpus nummorum, non di leggi o medaglie, bensì di quattrini fuor di corso e tosati
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      Tu vuoi dunque darci minuzzoli di metallo e polvere di scorie per più sostanziose miche di pane. Le tue Briciole sono improprie
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      No sono modeste. Vero è che tu sei abituato a titoli più sonori e folgoranti: Le Faville del Maglio, per esempio, in cui ti par di vedere questo grandissimo Vulcano di poesia battere, coll'enorme martello della sua volontà, sopra la propria testa, donde sprizzano e fiammeggiano quei nuovi mondi di idee di cui Il Corriere per antonomasia popola l'atrio e le sue colonne, con qualche utile alla cassetta sociale. No: lascio a costoro il vanto dei forgerons della più grande letteratura italiana: ma se a te par poco Briciole, non vorresti sostituirle colla più lunga leggenda: Le pseudologie alla pietra di paragone, ossia, la Fiera de' Fasti d'annunziani? Ti accontenti?
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      1. Amor filialeLa Preparazione ci mette davanti alcune lettere che il collegiale D'Annunzio scriveva, dai dodici ai diciasette anni, a suo papà, l'ottimo don Cicillo D'Annunzio, alias Rapagnetta:
      Mi piace la gloria, perché so che voi esulterete a sentire il mio nome glorioso; mi piace la vita, perché so che essa deve essere di sostegno e di consolazione alla vostra


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D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





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