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      Se starete lieto e sanotornerete di lontano".
     
     
      Nota
     
      Voto per me
      (1912)
      Io credo in me, perché sono il dio del mio universo, il re del mio orizzonte, il padrone assoluto della mia coscienza e il produttore dei miei movimenti. La natura mi ha dato delle facoltà destinate a fare di me una individualità sensibile e pensante; mi ha costituito con un organismo capace di produrre il calore e la vita; finché non avrò raggiunta la vecchiaia, ho un corpo che non chiede che di rafforzarsi, e un'anima che non domanda che di elevarsi; da me solo dipende il dare un regime abbastanza favorevole all'uno e un orizzonte abbastanza luminoso all'altra... Io credo in me perché la mia intelligenza non chiede che di svilupparsi; la mia ragione non è inferiore a quella degli altri uomini; la mia volontà è ardente, il mio sentimento è elevato...
      Parole di Andrea Jayet,
      ciabattino filosofo.
      Nel bel meriggio del 17 agosto 1912, riceveva, da Milano, a Breglia, la scheda-invito che voi andrete più in giù a leggere; in qualche parte lusinghiera, però, che coll'indirizzarsi a me mi credeva capace elettore per un suffragio di regal-poesia; in parte ironica, però che, nel cuor dell'estate a corto di notizie meno vagabonde, la Rivista da cui si spiccava, desiderava con inediti graziosi sopra una vexata quaestio rimpolparsi di abbonati, far sorridere lettori, ingraziarsi candidati. Comunque, risposi: essendo poi questo un fatto attinente all'Antidannunziana, a cui può fungere come "Per Finire" eccovi domanda e risposta, che ignoro se venne stampata.


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D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





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