Pagina (119/126)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Se bastasse il mio voto a raggiungere la maggioranza voluta per questa elezione come l'ho già rifiutato, tornerei a rifiutarvelo.
      Se non che voi, con una fortunata ipotesi, me lo raffigurate abdicatario, ed io v'acconsento, augurandomelo, per l'amore che porto alle lettere ed al carattere italiano, almeno per sempre morto. Ed allora: "Viva il successore!".
      Fu il grido della folla piazzajuola quando morirono Carducci e Pascoli, quest'ultimo intronizzato al posto del primo con ben più spiccia procedura e più breve protocollo, ma non so se davvero meritevole. Oggi, i tempi in sull'aure libiche, promosse dalla concorde e belligera italianità, son divenuti, per rispettare anche l'aulica sanzione di un quasi suffragio universale, più democratici, ma più tristi; però che fidandosi sulla intuizione61 bergsoniana appannaggio della plurima ignoranza, l'astuzia ha trovato modo di far il proprio libito colle mostre di ubbidire alla volontà altrui, la quale indifesa, perché analfabeta, ripete, senza saperlo, le pretese di quella. Dunque, da buon analfabeta in poesia nominiamoci il Re: lascio da parte il Reggente, perché non ne vedrei il Pupillo; ed, in genere, come avvenne al tempo de' Maggiordomi Merovingi, il Reottino non raggiungerebbe mai la maggiore età. Qui, un Re ci vuole.
      La mia ignoranza si china sopra di sé; si involge, scruta ed affina la vista dentro le più recondite pieghe delle sue conoscenze: mentalmente sgrana un rosario di nomi, di titoli, di libri, di opere, di gesta reclamistiche, di insulti al buon senso ed al buon costume, di svenimenti ed isterismi feminili, di pum-pum, di mezze rivoluzioni, di false modestie, di irritanti orgogli, di capacità incomprese, di genii sventurati e diffamati.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

D'Annunzio al vaglio dell'Humorismo
di Gian Luigi Lucini
pagine 126

   





Carducci Pascoli Reggente Pupillo Maggiordomi Merovingi Reottino