Egli non se ne cura, non se ne curò, esercita operosamente la sentenza del saggissimo antico: "bene vixit qui bene latuit:" ma a chi rimase nascosto? - Mentre, di sulla Cronaca Grigia Cletto Arrighi, scapigliato irriducibile a trapassare dalla Canaglia felice a Nana a Milano, dal Teatro Milanese al Carro di Tespi, si era accorto, primo, di lui, lo aveva riposto sulli scudi, lo mostrava ovunque, battagliava in suo onore; Primo Levi lo manifestava in sul bel principio, schietto, limpido, tutto polpa sana, spoglio d'ogni convenzionalismo, carattere intiero e specifico di letteratura in - I libri di Carlo Dossi, considerazioni biografico-sociali, additandolo indice di una mentalità moderna, eretta da ragioni politiche, nel tempo in cui si rinnovava una nazione, si ritentava un carattere nuovo all'Italia, si proponevano all'arte, alla filosofia ed alla pratica nuovi quesiti, altre esperienze, al cittadino, deliberate libertà. - Mentre Eugenio Camerini lasciava, per lui, la profonda, severa e serena dottrina, dalla quale riuscivano nette e perspicue le sue prefazioni ai classici e ripassava, con diversa e moderna intenzione, le vicende letterarie, ottimo scolaro alle Lezioni di Eloquenza di Ugo Foscolo; - l'acutezza persuasa, preveggente e generosa di Felice Cameroni lo citava in ogni sua Appendice, in sul Sole, L'Italia del Popolo, La Valtellina, Il Tempo; ne cercava paragoni e paralleli, continuava a ripeterne il nome e l'opera, sollecitandogli lettori, facendogli credere ch'egli avesse un pubblico, illudendolo sulle riconosciute sue virtù, - e chi dice lettori di Carlo Dossi, sottintende subito amici od ammiratori.
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