Si lesse il primo numero della Palestra nel dicembre 1867; bandiva un programma di continua fragranza: "Offrire alla gioventù, che ama muovere i primi passi nella letteratura, un campo vergine, esclusivo ad essa, dove provare le proprie forze:" proclamava: "tutta la gioventù italiana è chiamata a far parte della società." Si era istituita una commissione esaminatrice dei lavori da pubblicarsi; i più bei nomi vi facevan parte; oggi, li vantiamo glorie nelle scienze e nelle arti. Un Luigi Cremona; un Paolo Ferrari, indicato dai recenti trionfi di sulla ribalta comica; un Leopoldo Marengo, che faceva lagrimare i belli occhioni lombardi sopra la patetica di Celeste; un Vincenzo Masserotti fisico e medico di tono italianissimo, allievo di Scarpa e di Borda; un Giuseppe Pellegrini, filosofo del diritto di alta dottrina vichiana, istitutore privato, più tosto che piegarsi alle imposizioni dell'I. R. governo austriaco; Giuseppe Rovani; Giovanni Schiapparelli, illustratore del cielo e della terra; Bersezio, Dall'Ongaro repubblicano poeta di stornelli per l'indipendenza; Guerrazzi; Mauri, che allevava l'infanzia con tenerezza di nonna e perdonava ai capricci dei giovanetti con bonomia manzoniana; Settembrini, che spumeggiava anticlericalismo e repubblica insieme e demoliva i Promessi Sposi; Tommaseo; Correnti; Cibrario, storico d'alto garbo guicciardinesco, più amico della verità che di Cavour, di Garibaldi e di re Vittorio; Mamiani filologo e diplomatico; Mantegazza; Gabriel Rossa; Carducci di fresco assunto ad una catedra bolognese, dopo di avere, per il primo, cantato il tricolore in Piazza della Signoria nel '59, e, per il primo, bestemiato d'Italia dopo Mentana, coincisa in sull'anno rattazzino; Arnaldo Fusinato, Fra Fusina, delle satire e delle lepidezze politiche e patriottiche - Per tre volumi completi la pubblicazione si avvicendò; ora introvabili, eccitano la cupidigia del bibliofilo; se li leggete rappresentano, in breve, aureo anello, le più belle ragioni, le più ricche e rosee illusioni, lo sforzo nativo e sincero verso il divenire di una generazione, verso l'assettarsi di una patria.
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