E la melanconia meneghina, il sentimentalismo lombardo (come un chiarore roseo d'aurora primaverile, circonfuso di nebbie fumigate dalle praterie irrigue; e, dalla mandra grassa che pascola, il suono del campano; e, tra le gabbe nane e gibbose capitozzate, il canaletto artificiale e parallelo a scorrere addomesticato) trovavano il paesaggio su cui si erano posati li occhi preveggenti di Leonardo da Vinci, donde traeva la ricchezza il lombardo Sardanapalo. Triste e dolce tranquillità della Contrada della Costa e di Santa Prassede, giù verso Porta Tosa, in mezzo alle quali fluiva lenta, a rispecchio di antichi alberi nani, una roggia, tra rive ineguali e corrose a risciacquare le radici gialle, tentacoli vegetali, lievemente ondeggianti nella corrente: nelle mattine solatie, le lavandaje le fasciavano di panni distesi e variopinti ad asciugare. - Ora, nascosto il Naviglio interno per la maggior parte: demolito il Lazzaretto, arrugginito nelle muraglie tozze e sipario alla vista delle Prealpi lariane, Stendhal redivivo si lamenterebbe, se, nelle giornate ventose e limpide, nell'aria ossigenata e cristallina, dall'alto del Bastione non potesse più ammirare i denti bianchi ed acuti del Resegon de Lek (così scriveva) profilarsi sulla azzurra tenerezza del cìelo. E i Corpi Santi facevano da sè una città a cerchio dell'altra, tra l'agricola le l'Industriale. Permanevano, come permangono, le cancellate e i pilastri, il primo viale de' Giardini Pubblici, tracciati dalla simmetria repubblicana e cisalpina, lungo Corso Venezia: ma non più la bella e rettilinea armonia classica, che Piermarini voleva istituita, sulle macchie e nei prati e nelle allee, perchè vi si decorassero, nelle pubbliche commemorazioni, li Eroi, tra le fiaccole, li altari romani, i profumi e le pire: Eroi della guerra e della pace.
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