Donde la rammaricata nostalgia si tramuta in arte ed in letteratura. Giovanni De Castro ricorda i Visitatori illustri in una annebbiata palinodia; il Romussi ed il Barbiera, ambo gazzettieri spicci, badaluccano sulle esteriorità, ridipingomo sulla vernice e sono pregiati perchè suonano il vuoto. Cameroni non può dire Milano se non soggiunga Stendhal, Dossi e qualche volta Lucini; indugia con amore su questa serie di paesaggi che fuggono, di parole che svaniscono nell'aria troppo rumorosa dell'epoca; rammenta Byron, Michelet, Balzac, Flaubert, Gautier, i Goncourt, Taine, amici e narratori di Paneropoli, trascura Foscolo, nemico e grande istigatore di virtù meneghine, che riconosceva: Felice Cameroni, a me carissimo, araldo di Zola tra noi, dalla Farfalla, dalla Italia del Popolo, dal Sole, dalla Rivista Drammatica del Polese; il Pessimista, lo Stoico, l'Atta-Troll, l'Uaneofobo, tutte gradazioni dal nero fumo al grigio; per cui egli dispensò la sua volontà e la sua grande coltura e seconda natura, che lo fecero incompatibile colla serenità; sì che, non morto, oggi, si insepolcra dentro un ostinato silenzio. Con lui, Carlo Bozzi amico suo, andava e va proponendo al Comune una specie di Museo Carnévalet di nostre memorie che vanno perdendosi; Luca Beltrami ne ripara i monumenti, tenta di trasportare la Cà Missaglia vicino al Chiostro ed al Chiostrino delle Grazie, rinascimento primaticcio e lombardesco. Noi ci illudiamo, nelle ore tipiche, di tornare al nostro Verzée, "scoera de lengua.
| |
De Castro Visitatori Romussi Barbiera Milano Stendhal Dossi Lucini Byron Michelet Balzac Flaubert Gautier Goncourt Taine Paneropoli Foscolo Felice Cameroni Zola Farfalla Italia Popolo Sole Rivista Drammatica Polese Pessimista Stoico Atta-Troll Uaneofobo Carlo Bozzi Comune Museo Carnévalet Luca Beltrami Cà Missaglia Chiostro Chiostrino Verzée
|