Erano le giornate del Maggio 1870 in cui il sospetto per le congiure mazziniane spingeva i Savoia sulla via di Roma: quando Milano aspettava la bomba da esplodersi in Piazza della Scala per insorgere; ed il Galimberti, audacissimo dei Mille, andava rinfocolando le ire tra i commilitoni; quando s'accendevano, nelle notti del marzo, le brevi fiammate di Parma e di Pavia, alla Caserma di San Lino, senza suscitar l'incendio generale; e veniva, dopo lo scherno dell'attesa nell'anticamera ministeriale del Lanza, risposto ad Anna Pallavicino-Trivulzio - la quale a nome di quarantamila madri italiane chiedeva la grazia pel caporale Pietro Barsanti - ch'egli era stato proprio allora legalmente assassinato tra il muro e la fossa del Castello di Milano. Sacra inferie: di quel sangue Cavallotti raccoglieva le stille per altro battesimo tremendo sulla corona, al contrapasso:
Prole di Giuda, prole di sicari; Sii maledetta!
E le speranze si inacerbivano e l'ozio intristiva, e ne usciva le Scapigliatura. Acuire, ricopiando la vita e la letteratura di Rovani, aumentarsi nel giornalismo e nella vita pratica, che contrastava colle loro aspirazioni, non aver paura della verità, ironeggiare, bandire un Gazzettino Rosa ed una Cronaca Grigia; spensieratezza nei ritrovi, interruzioni aggressive e ribelli; la nostra Bohême.
Allora, finalmente, strozzato dalla agonia mortale che lo faceva irridere Giulio Pinchetti, dopo aver imprestato dell'Heine una sua beffarda disperazione:
- "Tengo(45) serrato il core
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