.., a cui non rifiutavasi la penna caustica di Carlo Dossi, emulo del Balestrieri. - Il Carnevalone Ambrosiano che si ammorba ed agonizza, oggi, nel fango marzolino di Porta Genova sfolgorante, in quei dì, di scintillanti attualità argutissime! La satira apparecchiava, tra li altri carri mascherati, in quelli anni eponimi alla carnascialeria, un traino fantastico di una gran luna, dentro cui si entrava per la bocca spalancata e nel cui interno si vedevano dipinte le goccie di liquidi diversi osservate al microscopio: in quella del vino, erano rappresentati ad infusorii Perelli e Rovani, in quella dell'acqua, le teste dei più insipidi tra i milanesi, in quella dell'aceto i più rabbiosi gazzettieri, Bizzoni, Treves, Cavallotti, - in quella dell'orina, il marchese Villani. Luigi Perelli regnava assoluto sulle maschere: Perelli "che si incarica di volermi bene", come lo complimentava Rovani; il Perellino ed il Rovanino, perchè gli stava tutto il giorno alle costole, imitandolo nelle stranezze, e nell'amore intenso per l'arte, nella sottigliezza squisita del buon gusto: - Perelli il collaboratore nato e fabricato sopra misura, per intendersi e riplasmarsi cordialmente con l'autore di Ritratti umani.
Non mai collaborazione letteraria fu più intima, più appassionata tra Perelli e me. Si era, allora, all'equatore della nostra amicizia e diciassettanni son scorsi
, confessa l'altro nell'Etichetta al Campionario (1885). "Possedea, Gigi, tutto ciò di cui io mancava; bello aspetto, buon senso, pronta e smagliante parola, una audacia, che senza mai confondersi colla sfacciataggine, rovesciava d'assalto qualsiasi diffidenza, una onestà sovra tutto abbigliata di allegria, che quanti cuori toccava, avvinceva.
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