Estuava per le ragunate della Famiglia Artistica e della Patriottica, dove si decidevano le mostre del Museo Birbonico, tenute nei palazzi di Piazza Mercanti, e le recite del Carro di Tespi; si immetteva nei crocchi, sotto la pergola della Noce, un'osteria fuori Porta Ticinese, governata regalmente dall'astuta e simpatica Sora Luisa, mentre el Vittorel Pizzini mesceva, alli illustri aventori, Gattinara squisitissimo ed annoso: - (54) "ora, non c'è più: l'onorevole Depretis travolse il Gattinara nel tinoso baratro della Società enologica stradellina e gli fece fare la fine medesima del parlamentarismo in Italia". - Ma lo aveva cantato con ditirambi bacchilidiani ed inediti Odoardo Canetta, garibaldino e studente in perpetua candidatura sulla laurea di medicina, biondo Adone di gentilezza milanese, autore innominato e truffato di una esilarantissima comediola "On vioron in dazi"; e, prima, adolescente coraggiosissimo industrioso, con mio padre, di scede e di atroci burle ai pollin, i gendarmi austriaci: ma quel trilustre Gattinara lo aveva bevuto pur Rovani battezzandolo "Sangu de rana", quando, commensale gratuito ed abitudinario alla Noce, vi teneva scuola di arguzia, insegnando al Magni, che fiancheggiava allegramente grignolino co' suoi allievi, la metamorfosi di un San Paolo in Socrate: "Schiscegh el nas" - e Socrate riusciva indicativo, - rimproverargli il monumento eretto a Leonardo da Vinci in Piazza della Scala "on litter in quatter".
Supporava il barzelettare del giorno, sul Corso, davanti all'Hagy, istituzione e ricordo primo-consolare, liquorista di secreti profumi ed essenze, venuto dall'Egitto coi Mamelucchi al seguito di Napoleone.
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