Un vate di gran lode,
Sul principio di un'ode,
Rimpiange il fior gentileDel suo membro virile;
E, mentre ognun si aspettaCh'egli invochi Paletta
O qualcuno dell'arte,
Inneggia a Buonaparte."
Perchè, dove Giuseppe Rovani sfoggiava il suo eloquio spumeggiante e capriccioso era appunto all'Hagy, el racanatt di sciori. Il Ghislanzoni ve lo aveva descritto nel suo tempo migliore, in una improvvisata antologia, cui il romanziere di Lamberto Matatesta fingeva di declamare:
In riva del Naviglio
Io nacqui e trassi i dì;
Il soldo d'applicatoConsumo nell'Hagy.
Quando i ronzini trottanoE il carro non traballa
Può rimanere in stallaIl nobile corsier.
La storia dei Cent'anniAd intervalli scrivo;
Se un altro secol vivoLa leggerete un dì:"
già che questa usciva, saltuariamente, in appendice, sulla Gazzetta di Milano: el sô prâa de marscida, la sua coltivazione reddittuaria, però che la letteratura pura lo mandava in rovina ed il giornalismo lo faceva vivere, senza lasciargli possibilità di pagare i molti debiti. "Io nacqui indebitato; se la bolletta fosse un violino, io sarei un Paganini", soleva ripetere: e pur morì in Milano, la patria de' suoi creditori, il 26 gennaio del 1874, nella Casa di Salute di Porta Nuova, trasportatovi dall'Albergo del Gallo il dì di Natale dell'anno prima: e morì creditore esigentissimo di gloria, che tuttora cercano negargli, lasciando alla moglie dispensiere otto capi di vestiario e due fazzoletti bianchi da naso.
Ma, in sulla porta dell'Hagy, conveniva udirlo negli anni fecondi e gagliardi.
| |
Paletta Buonaparte Giuseppe Rovani Hagy Ghislanzoni Lamberto Matatesta Naviglio Hagy Cent Gazzetta Milano Paganini Milano Casa Salute Porta Nuova Albergo Gallo Natale Hagy
|