Di Balzac, buon ospite milanese, che si ora deliziato dell'aria fresca e del bel verde del giardino di Casa Porcìa "sul Corso(57) di Porta Orientale, dieci case più in là della contessa Bolognini", cui dedicò Une fille d'Eve; mentre a Clara Maffei, destinò La Fausse maîtresse, Les Employés alla Sanseverina, al conte Porcìa, Splendeur et misère des Courtisanes, allo scultore Pettinati, La Vengence?
Là, lo aveva trovato Giovanni Raiberti, nell'estate del 1838, a tener conferenze ed esperimenti di magnetismo, vantandosi egli espertissimo in quella pratica e convinto mesmeriano; e, là, un gobbetto, che il medico milanese gli aveva apprestato a burla, "gobbo(58) davanti e di dietro, e bistorto in modo che al suo confronto il francese Mayeux è un Apollo" il sor Gattino astutissimo, gli scroccò parecchi luigi, fingendo il sonno ipnotico e millantando la soperchieria in una scena comicissima, in cui il dialogo francese-meneghino raccontato dal Raiberti, aggiunge alle risa la satira: Balzac furoreggiava: "Il y a quelque chose de maladroit dans ce sacré bossu!". E l'esperienza non gli riusciva; e il nano ghignava ed intascava.
La rete, immessa con larghezza d'intenzioni, nel mare magnum di Scapigliatura, non riuscì mai leggera; triglie e squali accorsero. Insediati, tranquilli, con sicure promesse, e fattive speranze di sinecure pel domani, i ribelli di ieri ci riguardano, additandoci l'ora del prossimo accondiscendere, piegando alla loro esperienza, che sarà, forse, la nostra; ma noi, oggi, squassando un'altra volta le nostre pregiudiziali sopra ogni argomento, tra le voci del volgo, udiamo anche la loro che:
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