Con quelle, la placida comunione si distende in bellezza, sorride, determina il piacere; per queste spasima, combatte, deforma e l'humorismo ghigna stridulo e beffardo, altro sforzo e migliore, per i caratteri idealisti, con cui tentano dì ristabilire l'equilibrio. - Corre, in fatti, ai ripari, si prova a colmare le soluzioni di continuità apertesi nell'ordine e nel ritmo. Le lagrime ne approfondirebbero le ferite sanguinose; il sorriso accoglie una benda leggiera e profumata di balsami sopra le labra aperte e gementi di quella carne intagliata, che piange. Ed, intanto, l'operatore vedesi in uno specchio colle sue smorfie comicamente dolorose; sogghigna e singhiozza, perchè l'interruzione del riposo, della compostezza della fresca attitudine serena è caratteristicamente brutta, esteticamente suggestiva. Egli, che tenta guarire ed evadere dalla malattia non può: l'humorismo, in eccesso, dà dei risultati identici all'eccesso di amare: odia. - Carlo Dossi, che odia il deforme, lo pratica per ragion d'arte e per suggerirvi l'opposto: donde i suoi Saggi di critica nuova, - I Mattoidi al primo concorso pel monumento in Roma a Re Vittorio Emanuele.
L'accomanda al patrocinio dell'amico illustre Cesare Lombroso; gli domanda perchè, "nessuno dei critici(61) nostri si occupò del contingente enorme, che il cretinismo e la pazzia hanno dato al primo concorso pel monumento al defunto Sovrano". Se ne imbizzarrisce. "Per quanto non appresi(62) mai scienze mediche, nemmeno insegnai in alcuna Università, nè, a disposizione de' miei sperimenti psichici, tengo alcun manicomio, salvo quello de' libri; - nel silenzio de' dotti è permesso, presumo, ad un ignorante di avventurar la sua voce, il suo "aqua alle corde". Questo strazio della plastica, del disegno, della architettura, questa ingiuria al buon senso, questi "poveri bozzetti(63) fuggiti od avviati al manicomio, dinanzi ai quali, chi prende la vita sul tragico, passa facendo atti di sdegno a chi la prende, come si deve, a giuoco"; questo oltraggio alle buone lettere, che accompagna la prova della demenza artistica colla grafomania delle leggende che la vogliono spiegare, non rappresentano il fior fiore dell'ingegno europeo, balzato fuori alla grida di un concorso per onorare colui che chiamano il Padre della Patria?
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