Con lui e per lui li oggetti, i mobili, le piante, i fiori, li animali, i fenomeni, tutti parlano e sentono, odono e rispondono. Egli adora le cose, perchč queste nascono e vivono e muojono con noi, come noi, e sono il prolungamento di noi stessi. Noi, colla nostra vicinanza, le influenziamo ed esse ricevono da noi: un certo animismo per simpatia, gią che il nostro linguaggio, per necessitą logica ed umana, le regala di un antropomorfismo, donde piangono e ridono con noi. - Egli, forse, abusņ di questa proprietą di esteriorizzazione; ma la sua abbondanza animica sta bene coi fenomeni della materia che inzuffla di spirito. Grande dote questa di non potersi mai credere in solitudine: chč la solitudine sua, subito, si popola: le cose gli si rivelano, gli si confidano: sarebbero cosģ inerti di non comprenderlo, di non confessarglisi?
Tutte le cose vivono ed hanno anima. Il ferro vibra di movimenti molecolari, nasce, invecchia, ha un destino. Le pietre preziose si allevano da sč, lentamente, per germini astrusi: il topazio e lo zaffiro s'ammalano e smuntano. La calamita attrae, obbliga a sč, invita: il ferro percorre uno spazio per raggiungerla: la elettro-chimica ci spiega a sufficienza la reazione del ferro-magnete indotto? Il radio, che č sempre identico a sč, non trasforma il suo ambiente?
Per Carlo Dossi, come per qualunque altro grande poeta di pensiero o di forma personale, tutte queste domande hanno una risposta affermativa dalla passione. Le cose inanimate rivaleggiano, nel suo amore, colle animate personalmente, le quali pretestano una loro individualitą forse appena di superficie, mentre le altre attestano leggi indefinite, mecaniche, fisiche, chimiche.
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Carlo Dossi
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