Pagina (111/242)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

      Ma, per Carlo Dossi, come per ogni altro poeta originale, non servono le apparenze; egli non si illude sul valore dei movimenti che si chiamano volontari: sa che è un modo di dire e di pensare comune, ma che, del resto, la nostra umana volontà non ha presa a determinare le oscillazioni del nostro pensiero più che non possa il nostro vivere sopra il Sole, sopra la temperatura di Sirio. Così, è questa stessa convinzione, fatta da appositi no, da razionali impotenze, che lo rende compreso della corrispondenza tra l'animo suo e l'animo fraterno delle cose, che lo fa centro di un giuoco curioso ed involontario per cui deve, nelli Amori, manifestare sè stesso a traverso le cose, specialmente nel Primo Cielo.
      Così, egli vive di più, perchè a ciascun oggetto suggestivo presta parte della sua propria vita. Vivere, in fatti, significa conoscere le apparenze e le sostanze secondo le loro differenze; significa essere sopra a tutto sensibile. Più si è sensibile, meglio si vive; meglio si è poeta, cioè si crea quanto maggiormente si sente con sensibilità attuale ed in azione che reciprocamente si determinano autenticandosi. La riflessione su questo punto d'incidente metafisica (è davvero metafisica?) se va cogliendone il nocciolo di sotto le rifuse contradizioni, si chiama anche humorismo; e Carlo Dossi riflette spesso in questo modo profondo ed originale.
      L'opera che riesce assomiglia al mobiglietto industriato dalla pazienza giapponese, stipo da rinchiudervi meraviglie di giada, oro, avorio e porcellana.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

L'ora topica di Carlo Dossi
Saggio di critica integrale
di Gian Luigi Lucini
Editore Nicola & C Varese
1911 pagine 242

   





Carlo Dossi Sole Sirio Amori Primo Cielo Carlo Dossi