Se ciò non basta, ajuti il plasmatore dei modelli di cera a ritrarre, dal vero e colli stessi colori, l'ascesso, la pustola, la fistola, il cancro imperiale e magnifico, le spondiliti, il rachitismo, i guasti epiteliari e le ulceri della sifilide, le necrosi dei lupus, le piaghe divoratrici della tabe, le obesità idropiche della elefantiasi, le contorsioni spasmodiche, le revulsioni, le slogature dell'epilessia, del tetano, dell'isterismo. Dipinti, disegni, statue di cera, preparati di carton-pierre, fotografie, cinematografi portino, in copia, i loro prodotti al Gabinetto anatomico.
Questo si annuncia, in sull'entrata, col buttafuori in livrea oscura e bottoni d'oro, cilindro e guanti; scosta cerimoniosamente la cortina dell'entrata, come un usciere ministeriale; si è assunto l'ufficio che le avvertenze e le prefazioni oneste fanno in sulla soglia dei libri. Chi se ne intimidisce, come coloro che hanno soggezione del preposto alla porta, stia fuori. La timidità, in questo caso, non è mai l'espressione rubiconda del pudore e della innocenza, ma il sospetto, ahimè, troppo fondato, di riconoscere, in qualche pezzo esposto, i sintomi, il colore, la deformazione malamente nascosta della propria malattia vergognosa: hanno paura di rivedersi al vero, di dimostrare, col loro imbarazzo, alli altri visitatori, la qualità del morbo, la specie della gangrena di cui sono affetti e vanno accusando giornalmente altrui, che non li ha di patirli cronicamente.
Chi vuol impedire a questo sfarzo di scienza, di abilità, di sicurezza il mettersi in vetrina.
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Gabinetto
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