Dai più si ride, sì applaude, si vuole che si prosegua; ma nessuno francheggia il poeta di autorità e di protezione; ma tutti si ritirano in circolo a contemplare, sogghignando, l'assurda lotta di una povera penna isolata coi pregiudizii appoggiati alle casse d'oro. Poi si grida all'inquieto, all'accattabrighe, all'uomo pericoloso, all'imprudente che si compromette e si danneggia. In somma la stessa Civiltà s'impenna e si spaventa della troppa civiltà
. - Povero Raiberti, del bel numero uno medico-poeta: la sua diagnosi torna attuale, come sulle bocche dei ben pensanti tornano le accuse: "Pericolosi, delinquenti!" Perchè? li Artisti di questa tempra non valgono assai più del borghese fabricatore di coperte di lana, di pezze di sete, di macinini da caffè e di rosarii, (che sono poi la stessa cosa) - di gingilli e di chincaglierie cavalleresche, di abluzionanti bidets e di confessionali, (che lavano il di dentro ed il di fuori meticolosamente bene) - che battono acciajo per sciabole, vanghe, schiumarole, coperchi, catene, chiavi, chiavette inglesi per casse-forti e per cinti di castità? Eh via! È dunque per questo che l'Artista è un farabutto, perchè vi dà come siete e vi ride in faccia, vi ha visto piccoli, deformi, pretenziosi, vili, sudici, lui, oh, quanto puro, oh, quanto bello, oh, quanto nobile, oh, quanto grande al vostro paragone!
S'egli poi discende nelle grotte ipogee, lubriche, che stillicidano, pullulanti di lombrici, viscide di serpentelli ciechi, imbarricate di spesse ragnatele, trascorse dal volo flacido, delle membrane luttuose dei pipistrelli; se si sprofonda nelle miniere inesauste della sessualità, in che modo dovrà chiamare la cameretta verginale della educanda, la camera nuziale, il letto della vedova, il giaciglio della serva, il covo della quadrantaria?
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