Potrà sostituirvi altre parole più determinative, senza esserne indispettito e scontento? Simbolo, ritrova La Desinenza in A.
Ritratti? Si: sempre Ritratti umani. Vi ricordate ciò che lo scultore Rubeck dice a Maja nella calma e calda mattinata d'estate, sulla riva di un fiord norvegese, stazione balnearia, in mezzo al comfort di un albergo di prim'ordine, ricco di giardini vìridissimi e di fontane? Ibsen si sottintende dentro la maschera di Rubeck ultimo nell'Epilogo in tre atti: Quando noi ci ridesteremo di tra i morti: e confessa. "Altro vi ha dietro questi ritratti, a questi busti ch'io plasmo. Vi si trova alcun che di sospetto... qualche cosa vi si nasconde, vi si appiatta, ipocritamente, e che li altri uomini non accorgono. - Io solo lo vedo. E mi diverto secretamente. Già, per li altri, esteriormente, questi busti, queste plachette, questi bassorilievi posseggono quella assomiglianza evidentissima, per cui la folla fa le sue meraviglie, e ne resta intontita; ma là, in fondo, dentro, si dissimula, nel volto ora, un'onesta smorfia di cavallo in riposo, ora il muso di un asino restio, ora, un cranio di cane dalla fronte piatta, dalle orecchie penzoloni, ora un ghigno di porco in grassa, spesso, anche l'aspetto di un toro stupido e brutale. - Già; mia cara Maja, non altro di più semplicemente lo schema, la caricatura de' nostri buoni animali domestici, quelli che l'uomo ha sfigurato... e che, a loro volta, sfigurano il proprio padrone. Bah! sono appunto quest'opere subdole, sornione, che li ottimi borghesi ricchi vengono a chiedermi e pagano.
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