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      . Dossi, impropriamente, veniva chiamato realista, accolto con fervore nel campo spumeggiarne della Farfalla: anzi gli allogavano titolo ed onori di capitano, messia di un verbo nuovo in estetica, che, del resto sopravanzava realismo ed idealismo scolastico ed ufficiale, catalogati sui quadri di avanzamento della letteraria burocrazia.
      Tanto egli era lontano dal carnalismo rubicondo e rubensiano e dalla effervescenza della gazzosa stecchettiana, quanto non volle, ed in sul bel principio lo dichiarò, confondersi "colli(99) incettatori della nazionale moralità, una compagnia di lamentazione perpetua di cui fanno parte i violacei predicatori, che ventilabran dal pulpito vituperi contro la cuncupiscenza e le ascoltatrici loro ammiranti, le baldracche, che han messo insieme bastevoli soldi per comperarsi il rossetto della castità"; con quelli "che fanno(100) de' loschi compendii di virtù per il popolo, a dieci centesimi la dispensa, e i gazzettieri, che, colla sifilide cristallina sulle labra, sermonano di pudicizia, e le mamme affannate a difendere le orecchie premaritali delle figliuole da ogni susurro impudico, salvo a lasciarvi precipitar dentro un mondezzaio di roba, non appena quelle figliuole sien giunte al legittimo stato di comporre adulteri". Egli stava col realismo di Omero, dal Porta ripresentato meneghino: ammetteva che "la smania(101) sessuale è in natura ed ha dunque diritto di avere anch'essa la sua sede nell'arte; manchevole quindi sarebbe quella letteratura che si occupasse esclusivamente (perdonate la frase) dei propri inguini non studiandoli che di renderli appariscenti, nè più nè meno dell'altra che si cappona per procurarsi una voce d'angelo".


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L'ora topica di Carlo Dossi
Saggio di critica integrale
di Gian Luigi Lucini
Editore Nicola & C Varese
1911 pagine 242

   





Farfalla Omero Porta