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      La Silvia, la Nice, l'amica lontana facevan da modelle promiscue; Vittorelli trionfava; il cant della superipocrisia anglicana pontificava dentro le fuori la vita e la letteratura. Era "l'ideale(108) disceso agii uffici del mantello di Noè; voglia il senno italiano che Sem e Jafet, a forza di trascinarlo piamente su tutte le vive libertà del secolo, facciano di te un cencio spregiato anche dai rigattieri e dai preti!".
      Ultima determinava, a favore della libertà dell'arte, di cui, per sè stessa, La Desinenza in A aveva già usato vittoriosamente; evitando l'eccesso ed il contagio del francesismo allettato a visitarci, col favore de' pronubi avvisatori innamorati dello Zola, e conservando tono, nerbo proposta e risultato nazionale. La Giacinta del Capuana, i classici e massicci Malavoglia del Verga, sicuro attestato di potestà siciliana, sarebbero venuti dopo. Madri per... rìdere, - Commedie di Venere stavano per uscire, sollecitate dall'esempio dossiano.
      Nel folto della mischia, corpo ed anima, alla bersagliera, era infatti venuto a sciabolare, ad amministrar manrovesci e stoccate, Cesare Tronconi; aveva raccolto un buon libro di altre e saporitissime Confessioni e battaglie - che hanno il merito di precedere quelle carducciane - e lo inviava "Alla Gioventù italiana (maschi e femmine) affinchè non si lasci imbecillire". Vi si leggeva, come "il realismo non è che l'uso, in arte, della ragione pura, - che l'immoralità vera, in arte, consiste nello scrivere i libri così detti morali, - che il realismo, come lo intendo io, è un continuo inno al bene ed alla virtù, - che la morale, la morale, la morale per l'uomo è... la donna e il denaro". Vi difendeva sè stesso, Praga, li amici; si schivava dall'essere un imitatore di Zola, "perchè l'arte non si impara a scuola - l'arte deve essere nell'anima - l'arte è l'anima stessa". Per ciò rivendicava il diritto del tempo ed il tono morale di quella speciale atmosfera, se, contemporanee, Nana e Commedie di Venere erano pur uscite, ignorandosi.


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L'ora topica di Carlo Dossi
Saggio di critica integrale
di Gian Luigi Lucini
Editore Nicola & C Varese
1911 pagine 242

   





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