Risuscitarono, per l'occasione, li spauracchi più neri del loro arsenale di guerra, a difesa del loro sacratissimo e male odoroso pudore, per difetto di cotidiane ed igieniche abbluzioni alle parti, domandarono per ogni dove, foglie di fico, di platani e di vite; Stecchetti pornografo, Carducci ateo e fuori legge; altrove Swinburne contaminatore di Londra; qui Dossi infamato con quelli. E, nelli insulti verbali, la rugiadosa pastorelleria risuscitò dal Bosco Parrasio, per scolare nelle pie giaculatorie manzoniane, trovando che La Desinenza in A aveva sorpassato Nana. Certo, ha detto più di Zola perchè Dossi è più grande stilista; dove s'arresta la fotografia zoliana, là incomincia l'idealismo dossiano. Il suo timbro risuona in tono ben diverso che non squilli il gong di Nuova Polemica; unico ancora tra i suoi coetanei a dare quella nota di sua esclusiva personalità. Egli ebbe il coraggio di riscrivere il vecchiume misogino di venti secoli di letteratura, eroicamente senza ridirlo saggiandolo al suo tempo, provandone il contenuto colli aspetti che l'epoca sua gli offriva in ispettacolo: aggiunse, alla fisiologia ed alla patologia classica e romantica dell'odio e del disgusto per la femina, la novissima diagnosi delle donne ch'egli seppe e vissero con lui, le fermò, indice di costumi sociali, di un agire singolare. Chi considera La Desinenza in A, come fa del resto il Croce al puro obbiettivo del metodo estetico da lui ereditato da De-Sanctis, si svia. Carlo Dossi non va giudicato, isolato, come categoria, ma deve essere posto a paragone di uomini e di avvenimenti, ragione storica non solo d'arte, circondato dalla sua atmosfera morale e fisica, da cui respirò idee e nutrimento, cui ridiede nerbo ed eccitamento per maggiori volate di bellezza e di sincera applicazione.
| |
Stecchetti Carducci Swinburne Londra Dossi Bosco Parrasio La Desinenza Nana Zola Dossi Nuova Polemica La Desinenza Croce De-Sanctis Dossi
|