Se Don Alessandro si accontentò di vedere in astratto, Carlo Dossi porge in sanzione intcriore, svolge atti a riscontro di fatti egoistici e personali. Egli, accostatosi alla serenità della antropologia lombrosiana, distende il suo concetto, da prima negativo e pessimistico, già involuto dalla grettezza ferrigna del fatum e dalla nascosta crudeltà della fatale reversibilità del De-Maistre: qui si placa in una fede positivista, nell'ottimismo speranzoso ch'un migliore futuro, si temperi col determinismo, per cui i fenomeni e li esseri procedono per gradi, in cui la natura sapientissima non li immobilizza, ma li fa sostare quel tanto pel quale si assicurino del diritto di salire più in su. Exceltius! intona, comme un Allelujah, il Regno dei Cieli: la suprema bontà illuminata del perdono sociale che redime, dell'amore che fa virtuosi, sta nella Colonia Felice. - Aronne, all'inviato della madre patria, che, per bocca di quegli verrà a chiamare i condannati, esposti nell'isola deserta, dopo la prova ed i frutti della redenzione: "Uomini fratelli!" racconterà in questo modo le fasi della evoluzione di quel rifiuto galeotto a cui presiede. "Intanto, Aronne, a seconda dei luoghi, gli narrava la storia, ora triste, ora lieta, della colonia, dal tempo in cui d'uomo, non possedevano essi che il nome; quando cercavano il proprio vantaggio nel danno altrui; fin chè svegliati dal loro stesso russare e fiorita la tardiva saggezza, si riducevano, a forza, nell'umano diritto; e narrava, come allor la sventura apprendesse la felice fortuna; il bisogno il soddisfacimento, l'Anarchia, lo Stato; mentre la non mai zitta incontentabilità nutriva il progresso, sostituendo, ad una forzata uguaglianza nella miseria, la innata provvidenziale disuguaglianza(124).
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