Si disingannino: il romanticismo, sotto altri aspetti, sotto il reale aspetto che ha pur assunto la letteratura internazionale, nè Zola, nè Carducci poterono abbattere: si trasformò, ed è difetto di vista corta e di cervelli ingombri da categorie tedesche non vederlo operoso ed operante, sotto altri nomi: si rifugiò testè evidentemente, nel futurismo; il quale ricopia le abberrazioni victorhughiane; e Manzoni, l'essenza non la vernice manzoniana, si agita ancora robusto tra noi, lasciati da parte li scoli, o profumati, o nauseabondi di Edmondo De Amicis e del Fogazzaro.
Il romanticismo fu una prolifica foresta fiorita; si abbarbicò, si espanse, si riprodusse vicino le nostre città. La sua insistenza è meravigliosa; ha immesso barbette e radici, muffe, virgulti, pennacchi di corolle anche sui prossimi muri delle fabriche de' prodotti chimici, delle facciate di legno e di mota delle Esposizioni Universali, in sul frontispizio dei libri, nelle librerie della réclame. Il romanticismo, bosco vergine di miracolose proprietà, viaggia viridamente come la fascinata shakespeariana, che mosse alla conquista del castello di MacBeth, profezia di streghe ed inganno di guerra di Malcom, vendicatore di suo padre, Duncan, spodestato re di Scozia.
Passeggiamoci dentro, adunque, per viali, sentieri, spianate, prati a pendio, colonnati d'abbazie gotiche, basse navate frondeggianti romaniche e massiccie; dimentichiamoci a raccorre ghiande, castagne, noci, ranuncoli, eriche, ellere, licheni, sopra i massi sporgenti a fior di muschio, aconiti, digitali, margherite, pamporcini e sassifraghe: poi, tra i fiori noti, le erbe conosciute, i virgulti comuni, troveremo il raro, l'inedito, il non saputo prima, la meraviglia.
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