Infin il suo silenzio di venti anni è tale e perfetto per coloro che non sono nella sua intimità. Senza dogmatismo, senza preconcetti aperto a tutte le influenze, acuto e previdente per farne suo pro, fu il primo, padroneggiando la forma con isfarziosità d'artista, ad accostarsi, senza partito preso, senza pretesti d'utilità e di morale, senza smanie di professore, alla vita ed alla natura. E di tutti i privilegi, che la natura e la società gli hanno conferiti, solo accolse e pregiò l'aristocrazia, designazione di nascita, genialità. Ha fatto più di quanto Bacone da Verulamio assegna al gentiluomo; non un libro solo, non un solo figlio, ma una sola casa, che sarà modello d'architettura nostra, a meraviglia ed a studio de' posteri.
Oggi, questo suo bel palazzo del Dosso, un'altra pagina letteraria che volle di marmo e di cemento, si illumina di sole e di quiete. Vergine gliela prepararono perchè vi scrivesse le sue memorie perennemente, la genialità architettonica ed originale di Luigi Conconi, con cui, sui progetti già chiaramente tracciati, intervenne l'ordine calmo e meticoloso della materiale esecuzione di Luigi Perrone, felicemente compresi e rifusi nel monumento, fatica di lavoro comacino, fervido disegno ed ordinanza italiana.
Biancheggia tra i cipressi ed i pini; vigila sul Lario si addita da lungi. Dentro, le sale, che il pennello di Carlo Agazzi ha ornate e decorano, ritratti di Tranquillo Cremona ricordano volti, aspetti cari per la famiglia e per la storia; un secolo di passione italiana cantano le colonne del Portico dell'Amicizia storiate coi più bei nomi, colla notizia delle più belle gesta d'arte, di guerra e di pace.
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