La piramide delle Tre Arti, dond'esce il fumo culinario e famigliare sfolgora, col faro elettrico, la notte; come le Tre Arti irraggiano dalla nostra terra benedetta: Cesare Ravasco le ha plasmate giovani, possenti, bellissime. Si svolgono i viali tra i lauri ed i roseti. A maggio, è un profumo di corolle aperte, rosse, rosee, bianche, pallide, tee, aranciate, spioventi, piangenti, ridenti, pazze, chiuse, maliziose, accartocciate, tra le sfumature di ogni tono di verde. E il giardino è un immenso incensiere all'azzurro smagliante.
E, sbucano dalle macchie, curiose, bionde, adolescenti, sudate, turgide, pei giuochi e le corse, ridendo, cantando, non più creature fittizie e di sogno, ma forti persone vive cui la pubertà equivoca, i figli suoi; la lietezza, la festosità; la razza fresca che si protende; la carne sua, concorsa a attestarlo in tangibilità operante;
......tre fortunea tendere le braccia desiose
oh, rose umane!
per abbracciar l'evento non oscurode' calmi giorni prossimi.
nel presidio sicuro di leali virtù".
Ed è con loro la madre gentile a proteggerli, sorretta dalle pregiudiziali cattoliche, e con loro il marito; "incomparabile esimia sposa ed amica, ardentemente desiderata lungamente attesa": colei che, titolare in sulla soglia, appare e sorride in atto d'accoglienza tra i fiori all'ospite; colei di cui parla la colonna votiva, "concessa a Carlo Dossi dalla preghiera della santa sua madre e discesa quaggiù"; - chi trova al suo sguardo fiducioso e prudente la domanda insistente e pia cui non si rifiuta mai:
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