La cavalla s'impunta inalberandosi, recalcitra, sbuffando, spara calci, sgroppando, scrollandosi; un pił mal destro scudiero avrebbe perso le staffe. Ma sotto le mie ginocchie, il ventre, ecco, ansima, le costole piegano; alli aculei d'acciajo delli speroni la pancia le si insanguina; il morso stira nella barra, le apre la bocca; le froge rosse le schiumeggiano; lo staffile arguto e vibrante fischia sulle terga. Onde, d'un balzo, si fa al galloppo dalle quattro zampe ferrate; ed io su a dirigerla verso il Campidoglio della gloria. Vi trombetto l'annuncio.
Perchč Carlo Dossi vi giunge dai gradini pił alti, e la sua persona, qui, ritta, viene accettata intiera; ed altri impazienti eccita a seguirlo come un indice illuminato dal sole, coi restii che si affollano ancora indecisi, ma che gią ne sono attratti. Se verrą raggiunto da pił alacri questi lo accompagneranno, forse lo potranno continuare: ma badino alle sue parole: "Voi vi(181) fate, critici, una sbagliatissima idea di quello che sia la societą umana, ritenendola tutta compresa, insieme alla fama ed al resto, nei pochi metri quadrati de' giornalistici uffici, che smerciano i vostri veleni, sacri asili all'infuori de' quali non sarebbe che "lido e solitudine nera". - Anch'io miro alla Fama, ma a patto solo di giungerla all'aria aperta e colla trionfata quadriga de' cavalli bianchi, non sul carretto dell'immondizia di Checco, non sul biroccio giallo-nero ed infangato di Cesare, non sulle penne rubate, sempre vendibili a chi pił paga, di Ruggero". E su questi tre ultimi nomi, ai quali lascio libero chiunque di preporre il cognome, l'Araldo-Cintraco trombetta l'ultimo squillo per
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