Pagina (17/354)

   

pagina


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

     
      Amò l'artefice ornar la vasca di mille e preziosi disegni. Seppe spiegare la teoria delle processioni greche, seppe l'incanto dei mosaici antichi sul fondo d'oro, dietro agli aspetti, ora dolci, ora severi, ora cortesi, ora lascivi, delle dame e dei baroni. Cosí, in qualunque tempo vorrai accostarti alla fontana e saprai leggere nei grafiti e nei rilievi, potrai anche sapere una parte mirabile della storia passata, il mito delle religioni, il sentimento d'amore ed il desiderio che vigila, facella feminile e mobile, nelle coscienze erotiche.
      Il giuoco dell'acqua canta e scintilla dai canaletti: una dolce e lamentevole voce hanno accolto l'acque, ma alcune volte, nei giorni perfettamente sereni, gorgogliando, ridono. Nella vasca navigano dei cigni; dentro dondolano i cuori verdi e malinconici delle ninfee. A torno si specchiano, dai cupi rosai, spessi e muffosi, le bocche assetate e troppo rosse delle rose; onde la vasca e il laghetto che rinserrano chiamansi Lo Specchio delle Rose.
      Ma l'artefice imaginò tutto questo; l'entusiasmo cordiale delle parole lo ingannò al segno ch'egli ha creduto di aver plasmato materialmente le cose, mentre non s'accorse, che i fumi e le nebbie della sua incensa ideazione avevano preso quelle forme, comandate dalla sua volontà; poi che la natura ostile rifiutava di piegarsi all'esorcismo taumaturgo di quel volere. E non s'accorse che se anche avesse da vero costruita la fontana e derivata dalla vergine fonte sorgiva l'acqua destinatale alla vita, non avrebbe mai potuto trovare l'ombroso giardino dalla scalea di marmo e dai cipressi centenari per erigerla qui ad ornamento.


Pagina_Precedente  Pagina_Successiva  Indice  Copertina 

   

Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





Lo Specchio Rose