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      Codesti sono una perfetta astrazione: forse, di tali curiose e coraggiose mostruosità si possono incontrare vive a Parigi non mai qui da noi. Cosí che vicino alla realtà dello sfondo e di alcuni avvenimenti, quando appaiono queste enormi ed ibride creature, il lettore rimane d'un tratto come portato per un'altra strada, verso una speciosa e speciale certificazione della tesi cui l'autore voleva provare. Quindi, (non ch'io dia biasimo, anzi tutto il mio concetto letterario sta perché ne dia lode) ecco delle teoriche impersonalità e da qui alla attestazione di un personaggio simbolico è breve il passo. Questo è il metodo che materiò in Salvezza Silvia; la quale appunto, perché esotericamente voleva manifestare un principio astratto ossia morale e si rese la prosopopea della vita, ma rimase, in ostacolo alla passione umana, ed all'amore del sacrificio, una creatura rigida, e, personificando la vita fu senza vita.
      Anche chi volesse discutere intorno alla utilità della tesi per vederne la necessità troverebbe molto da dire. Se in apparenza Silvia e l'Almaura, uniti nella stretta d'amore, indicano un futuro concepimento e chiudono l'azione romantica con una attività positiva e passionale, invece nella vera sostanza del libro, questo si chiude con una nota negativa. Nega cioè la vita intellettuale; che è in fine l'esistenza dell'artista? La cerebrazione della sensazione. Senza l'elemento mentale o riflessivo, che distingue, analizza e raggruppa i fatti comuni e transitorii, e di questi si sente le modificazioni speciali, cui la squisitezza del suo temperamento largamente gli concede; senza questa naturale riflessione, non è arte.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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