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      Di ciò ne do lode; fors'egli credeva di essersi spersonato, egli invece è tutto dentro alle pagine, ma non combattivo verso la verità, se pure ossequiente alla realtà.
      Da questa prova recente, aspetto l'autore ricreduto ed ottimista a favore della grandezza assoluta ed incontestata dell'arte; essa comunque sia, non inganna, ma preserva, assiste e redime; non vampiro ad isterilire, ma donna a concepire, non distruzione, ma creazione meglio e piú vitalmente delle viscere materne. Tutto si svolge e si perpetua dall'arte e nell'arte perché si ritrova d'essere la vita all'ultimo e miglior grado di se stessa.
      L'amico Anastasi mi darà ragione fra poco.
      [Milano, 10 novembre 1899. In «La Provincia di Como della domenica», a. V, n. 259, 10 dicembre 1899, pp. 393-394.]PRIMO MAGGIO - GENTE DI CAMPAGNA
      (Cenni critici)
      Prima, il Cavagnari scrisse Le vittime della terra e la Sperai ardente ad ogni nobile idealità ci diede Le tre donne. Quindi, allorché i contadini del Mantovano nel '95 nel '96 incominciavano le rivendicazioni proletarie del lavoratore del suolo, gridando la boje! e, vicino a Milano, a Corbetta, a Sedriano, lungo il canal Villoresi e le sponde del Ticino, ragione di polizia spampanava a torno favole di sommosse e di rovine anarchiche, anch'io mi provai, col Gian Pietro da Core, in una sintesi sul movimento agrario.
      Per quanto è lunga la istoria d'Italia, dai Gracchi all'assassinio di Berra, la questione del latifondo sarà la maggiore, risolta la quale, la patria potrà certificare d'aver fatto vera libertà e vero progresso economico.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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