Pure l'episodio della pallida Maria e la sua morte, nel sogno di un amore, profumano di assai miti e lagrimose viole alcune pagine. Qui alquanto declamatorio, ma delicato, lo stile ci fa riposare della fatica e della noia di un umorismo che sollecita a fior di pelle, ma non incidendo caratteri, scivolando, freccia spuntata del lungo uso e maldestra.
L'autore mi appare quindi molto inesperto ed assai giovane: e per quanto egli abbia voluto fare da sé la sua Gente(6) ha tutti i difetti della scuola, ora assai piú evidenti, da che questa non tiene il suffragio dell'interesse e della attualità.
Noi sappiamo da quindici anni quanto ci ha voluto dire, né ce lo racconta in modo da farcelo ascoltare senza impazienza, benevolmente.
[In «L'Italia del Popolo», a. X, n. 123, 30 aprile-1 maggio 1901.]RICORDI VENEZIANI
Venezia nella letteratura. Per chi vada a Venezia. Monelli veneziani.
Alla ripiena biblioteca di volumi che parlano si interessano, commentano, magnificano e cantano Venezia, gioiello orientale scintillante sulle sponde dell'Adriatico, si aggiungono ora i Ricordi veneziani di Mario Pratesi, che egli rinnova, corregge ed aumenta dal suo denso libro Di Paese in Paese.
Goethe, Byron, Gautier, Taine e i Goncourt che precedettero e seguirono il nostro concittadino Stendhal milanese nell'amore d'Italia e di Venezia, ci hanno dato la vita veneziana, l'incanto del chiaro di luna sui canali, il riscintillare di gemme speciali e lucentissime dei mosaici di S. Marco, la pompa dei palazzi specchiati dalle acque.
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