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      Il fatto vero, vivente, passionale, esula; vi sono delli incidenti, delli episodii delle evenienze che si intrecciano e che tramano un tappeto persiano. I diversi personaggi quindi appartengono a tutte le classi sociali, dal contadino al miliardario americano: lustrano le indiscrezioni, le critiche, l'analisi, il sarcasmo per tutta Francia e per altrove; per la Russia dell'argento e del knut, ora, che moda volge dall'alto al Piccolo Padre, lo Csar, padre in Siberia, nelle miniere del Caucaso e nelle prigioni sotterranee lungo la Newa.
      Pure, alcuni tra questi, sono galvanizzati sotto una corrente elettrica ed artificiale d'arte, acconciata al gusto della folla e non respirano, non soffrono, e non si esprimono naturalmente, ma per mezzi inferiori e meccanici; altri sono sdraiati sul marmo della tavola anatomica per una necroscopia o per una vivisezione.
      La vitalità organica dell'opera è resa abnorme dalla imaginazione od è rimpiccolita dalla critica sistematica di un socialismo trascendentale.
      È l'anodino e nevrastenico uomo di lettere, Georges Vasseur, chi raccoglie, riordina, in una calepino di foggia pseudoestetica, la lunga serie delle brutture; le cataloga; le etichetta, e, sotto le vetrine, o dentro le fiale di un museo secreto, per l'occasione, aperto anche alle signorine di quindici anni, le mette in bella esposizione.
      Tutto si fonde in una sanie purolenta, si sface sotto l'avvelenamento di un morbo lento e fatale; quanto è ferito e piagato ammorba; ogni cancrena, ogni delitto, qualsiasi deformità porta la sua leggenda e il suo avviso; cosí palesi come occulte, le malattie trovano il loro nome, i cadaveri la loro morgue ed il loro carnaio.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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