Pretesto a raggruppare questi detriti della umanità, il soggiorno di ventun dí tra li aspri Pirenei, aridi, infecondi, coperti di nevi, fasciati di nebbie e di nubi, senza orizzonti, senza verdi, di un grigio ferrigno ed ostile. Georges Vasseur vi soffoca la noia e la nausea; la Ville d'eau, che civetta dell'antichità e dell'autorità farmaceutica e terapeutica dai romani, convita i resti della galera e dell'ospedale pompeggianti nelle ricche vesti dell'alta borghesia e della nobiltà.
Vi sono dei medici procuratori ufficiosi della morte e dei Casinos cosmopoliti; dei professori; monsieur Tarabustin un Bonhomet universitario, lirico, davanti all'ultimo lampione di gaz della Francia, faro di una civiltà commerciale sul confine alpestre; vi è un avvocato principe arringatore alla Corte d'Assisi di infantili e prolisse similitudini; vi intermezzano i patriotardi, li anti-dreyfusisti, i generali colonizzatori col sistema, facile e speditivo, di Dodd e Galieni; delle false marchese, che scendono sull'asfalto parigino, di notte, venditrici di baci per conservare, durante il giorno, il lustro ai trifogli della corona araldica: vi regnano i pazzi, i poveri di coscienza e di borsa, i delinquenti impuniti e trionfanti, le Messaline e le Cleopatre moderne intente nel dolce stil nuovo dei simbolisti, aeree nelle sete del modern style prerafaellito.
E mi ripeto, tutto ciò non è né nuovo né plasmato strettamente, collegato e rispondente. Come abilità, non nego che qui il Mirbeau ne abbia molto usate, solleticando curiosità e titillando desiderii.
| |
Pirenei Vasseur Ville Casinos Tarabustin Bonhomet Francia Corte Assisi Dodd Galieni Messaline Cleopatre Mirbeau
|