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      Ma senza questa decrepita orifiamma, la nuova bandiera repubblicana francese si è rimessa a nuovo, brilla di colori freschi, è portata da mani solide e preste, la virtú delle quali seppero i giovinottini del garofano bianco, nella giornata d'Auteuil; ora s'innalza sul Panthéon, proteggendo la gloria.
      Léon Daudet, per smania di denigrazione, ha bruttato se stesso e si è umiliato a far da stracciajuolo vagante frugando coll'uncino, sull'asfalto di Parigi, lordure per riporsele in casa ad ammorbare.
      Il bianco sporco, per quanto d'attualità in qualche luogo, lo si destini al bucato popolare, passi alle cartiere sfatto e macerato, si trasformi senza rammarico e senza pietà.
      Del resto a che meravigliarsi?
      Il volume è dedicato a «Edouard Drumont prophète en son Pays»; ciò vi basti.
      [In «L'Italia del Popolo», a. XI, n. 377, 11-12 gennaio 1902.]DA PANZINI A BOITO
      Una omelia, tra laica e chiesastica, l'indispensabile Negri ammannisce quest'anno ai lettori della Strenna a favore del Pio Istituto dei Rachitici: cosí, dopo i convenevoli d'uso per la morte del chiaro Panzeri, raccomanda, morale d'ogni predica di qualsiasi religione, abbondante elemosina. Quindi subito si tace, e fa bene.
      Non trovo necessario di fermarmi piú a lungo intorno al sofista moderno, che sa conciliar libero pensiero ed opportuna adulazione al clero, degno forcaiolismo e periodo suonante al Senato: passo oltre.
      Panzini è l'autore del testo: egregiamente, questa volta, si abbandonò il solito mezzuccio del centone o della antologia, abborracciati e raccolti dai diversi autori in voga, e la monografia sopra Pietro Panzeri, che precede, e le novelle Lepida et Tristia(12) che seguono, sono della stessa penna scorrente e fresca di lui, per me, non nuova conoscenza nelle lettere nostre dopo i suoi Ingenui ed alcune critiche sul Carducci.


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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