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      Fu un democratico buono, se non un repubblicano, per quanto un maestro suo, l'amico medico di Garibaldi, il forte ligure Prandina, lo avesse voluto meno costituzionale.
      Fu buono, volontario, indefesso lavoratore; morí, e tutti lo desiderano ancora, improvvisamente, per aneurisma al cuore, fulminato.
      Giustamente colla Strenna, ora, manda l'Istituto la memoria di colui che lo aveva per tanti anni impersonato, che tutt'ora lo protegge del suo nome, ai molti oblatori e la prosa del Panzini, a rammentarlo, non lo fa né migliore, né peggiore, ma vero e reale.
      Altre memorie ed altri rapporti col tempo attuale mi suscita la ristampa del Libro dei Versi e del Re Orso di Arrigo Boito; ristampa, che sembra ai nostri giorni una esumazione.
      Memorie di cose avvenute prima della mia nascita o nella mia infanzia: le quali, per la dimestichezza ch'ebbi di poi coll'arte e colla istoria cittadina, mi sembrano contemporanee: memorie della vecchia Milano, della piazza Castello, dei Navigli, del Coperto dei Figini, delle piccole viuzze cadute o cadenti sotto il piccone livellatore; memorie apparenti nella luce rossa e fumigosa della fiaccola, come un lontano incendio, quando, nella fretta del demolire, s'impiegava la notte e l'arco voltaico e la lampada ad incandescenza giacevano ancora nella mente creatrice di Edison allo stato di formole matematiche e chimiche.
      L'umanitŕ camminaRatta cosí che par sovra una china
      Sorge ogni giorno qualche casa biancaGrave di fregi vieti.
      Scuri, zappe, arieti,
      Smantellate, abbattete e gaia e franca


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Scritti critici
di Gian Luigi Lucini
pagine 354

   





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